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Conflitti. VII Convegno Interdisciplinare dei Dottorandi e Dottori di ricerca

Quanto mai attuale e universale, la parola 'conflitto' è orizzonte semantico che rimanda a molteplici categorie interpretative, di natura sincronica o diacronica, esogena o endogena, di forgia collettiva o individuale, di presagio avverso o propizio. Accogliendo le possibilità multidisciplinari e multidimensionali che l’argomento offre nelle sue composite valenze, il VII Convegno dei Dottorandi e Dottori di Ricerca vuole essere, in continuità con le precedenti edizioni, un’occasione di confronto e scambio proficuo tra studiosi di interessi disciplinari diversi.

Un’opportunità di ricerca che, nel prendere le mosse dalla ricorrenza del centenario della Grande Guerra, oltre che dalla triste ricognizione dei tanti conflitti internazionali della storia presente, intende allargare i confini dello studio anche ai significati più ampi e traslati del tòpos bellico. A partire dalla guerra come evento storicamente inteso, e di volta in volta indagato nelle specifiche implicazioni geo-politiche dei diversi contesti spazio-temporali di riferimento, il Convegno vuole affrontare anche le rappresentazioni del motivo militare nelle coscienze e nell’arte come simbolo archetipico al di là di ogni contingenza, fino ad arrivare alle declinazioni più figurate del sostantivo nel conflitto interiore e psicologico, nello scontro intergenerazionale, nella guerra delle idee e delle ideologie come contrasto, negazione o superamento di canoni e paradigmi culturali.

Le giornate di studio saranno articolate, quindi, in tre sessioni tematiche, di seguito riportate:

Manifesti, memorie e rappresentazioni dell’evento bellico
«Vi era un bel sole: tutto era chiaro e trasparente, solo nel cuore degli uomini era buio» (Mario Rigoni Stern, Il sergente nella neve).
In questa sessione, si darà spazio a una riflessione sul tema del conflitto nel suo significato più letterale: quello di scontro e di combattimento armato, di evento distruttivo che lascia la propria impronta ovunque e che si configura come motore di profonde trasformazioni politiche, economiche e socio-culturali, così come appare nelle testimonianze di chi vi ha partecipato, nelle ricostruzioni della storiografia, nelle speculazioni delle scienze umane e nella trasposizione del mito bellico nelle arti. La guerra come passaggio vissuto dal singolo e dalla collettività e come parametro di cambiamento in grado di scatenare violente reazioni di sostegno o di opposizione. Un lemma eterno dell’immaginario collettivo che interessa trasversalmente ogni epoca e cultura e che offre ispirazione alla produzione artistica di tutti i tempi.

La guerra dello spirito: il sé, l’altro, la collettività
«Pace non trovo, et non ò da far guerra; / e temo, et spero; et ardo; et son un ghiaccio» (Francesco Petrarca,Rerum vulgarium fragmenta, CXXXIV).
Questa sessione del Convegno prende in esame un’accezione figurata del termine 'conflitto', quella che traspone il lessico e il repertorio della guerra concretamente agita sul piano psicologico ed esistenziale. Tensioni, squilibri, dissidi interiori che investono l’animo umano tanto nella propria dimensione individuale, quanto nel suo riflettersi nei rapporti duali e collettivi, traducendo in metafora bellica tendenze, bisogni e visioni del mondo tra loro eternamente contrastanti. Dai conflitti intergenerazionali, al tòpos della guerra amorosa, fino alla frattura del singolo individuo con il mondo esterno e alla frantumazione dell’io. Un’occasione di dibattito e di confronto intorno a tutto ciò che ha dato voce ai miti e alle immagini della lotta tra opposti sentimenti umani, dalla produzione letteraria, a quella musicale e delle arti visive, in vista della possibilità, o impossibilità, di una sua fatale risoluzione.

Canone e anti-canone
«L’arte è un bisogno di distruggersi e sparpagliarsi, grande innaffiatoio di eroismo che inonda il mondo» (Filippo Tommaso Marinetti, Manifesto tecnico della letteratura futurista).
Conflittuale è anche quell’espressione culturale che va contro una tradizione e che, opponendosi a un canone consolidato, contribuisce ad arricchire il costante divenire dell’esperienza umana. In questa sede, si intende proporre una riflessione intorno alla rottura e al superamento di paradigmi culturali a lungo dominanti nella storia dell’uomo e al conflitto tra estetiche, prendendo in considerazione tanto la prospettiva dell’artista, quanto la ricezione del pubblico e la speculazione della critica. La questione della definizione e ri-definizione epistemologica delle scienze umane è affrontata, oltre che in sede teoretica, anche e soprattutto a partire da quelle opere che, espressione di singole personalità o di interi movimenti culturali, hanno contribuito, con la loro dirompente portata, al superamento di repertori tradizionali e al rinnovamento del potenziale creativo dell’uomo.

Modalità di partecipazione
Sono invitati a partecipare al Convegno tutti i dottorandi e dottori di ricerca in discipline umanistiche degli Atenei italiani ed esteri. Le modalità di partecipazione sono le seguenti: Per poter partecipare al Convegno occorre inviare un abstract di massimo 1500 battute, compilando il modulo allegato in ogni sua parte e inviandolo all’indirizzo email convegno.dottorandi.2015@gmail.com entro e non oltre il 12 aprile 2015. I contributi dovranno essere inviati e discussi in lingua italiana. L’accettazione delle proposte sarà comunicata tramite email entro il 30 aprile 2015.

È prevista la pubblicazione in volume degli Atti del Convegno e del Catalogo delle proposte attive, previa autorizzazione del docente di riferimento segnalato nel modulo per la partecipazione e peer review finale. La presenza alle giornate del Convegno è necessaria ai fini della pubblicazione. Ulteriori informazioni riguardanti il programma definitivo dell’evento e i tempi e le modalità di consegna dei contributi completi saranno forniti in seguito tramite email e sul sito ufficiale dell’evento (http://convegno2015.uniroma2.it).

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